Il Patto mondiale delle Nazioni Unite (in inglese, United Nations Global Compact), nato per incoraggiare le aziende di tutto il mondo ad adottare politiche sostenibili anche nel rispetto della responsabilità sociale d'impresa, ha lanciato una nuova campagna globale per aumentare la rappresentanza femminile in ambito lavorativo a tutti i livelli, sia dirigenziale sia ai piani più bassi. Con l’iniziativa Target Gender Equality si vogliono sostenere le aziende, affinché possano attuare gli Women's Empowerment Principles, una serie di principi guida dell’ONU per rafforzare il potere femminile nel mondo degli affari, ottemperando in tal modo al quinto Obiettivo per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che chiede uguaglianza di genere e migliori condizioni di vita per le donne. Alle compagnie vengono forniti gli ultimi dati e ricerche relativi alla parità di genere in ambito lavorativo riguardo a performance, sviluppo delle capacità, apprendimento, etc.
Ma quali sono le principali società che si distinguono nell’ambito della Gender Equality? Equileap, organizzazione impegnata nella promozione della parità di genere nei luoghi di lavoro, ha stilato il Gender Equality Global Report & Ranking 2018, prendendo in considerazione aziende con una capitalizzazione di oltre 2'000 miliardi di dollari in 23 paesi. L’indagine ha coinvolto 3’206 compagnie e sono stati valutati 4 aspetti: equilibrio di genere nella forza lavoro e nella leadership dell’azienda, parità di retribuzione, inclusione di politiche che promuovono la parità di genere ed impegno a favore dell’emancipazione femminile, della trasparenza e della rendicontazione. Il punteggio più alto è stato realizzato dalla statunitense General Motors. Al secondo posto troviamo la francese L’Oreal. Seguono Kering (Francia), Merck (Stati Uniti), Starhub (Singapore), Tele2 (Svezia), Westpac (Australia), National Australia Bank (Australia), Swedbank (Svezia) e JP Morgan Chase (Stati Uniti).
Le iniziative sulla parità di genere hanno coinvolto anche il mondo finanziario, dove negli ultimi anni sono stati creati nuovi prodotti, soprattutto ETF, che investono nelle società maggiormente attente alla tematica. L’indice di riferimento in questo ambito è il Solactive Equileap Global Gender Equality 100 Leaders Index, un indice delle prime 100 società con il rating migliore in questo ambito. Complessivamente i criteri di scelta sono 19 e rispecchiano i principi di uguaglianza di genere ed empowerment femminile promossi dalle Nazioni Unite. Ad esempio, UBS nel 2018 ha emesso Ubs Global Gender Equality ETF (GENDER), che nasce da una collaborazione congiunta tra Ubs Asset Management e Ubs Wealth Management. Lyxor nel 2017 ha lanciato Lyxor Global Gender Equality ETF (ELLE), Evolve ETFS, sempre nel 2017, ha creato l’Evolve North American Gender Diversity Index ETF (HERS) e AVANZA nel 2019 ha quotato l’Ava Gender Equality Tracker (AVA).
Sposare politiche aziendali attente alla parità di genere, oltre a ragioni di equità sociale, ha un risvolto positivo anche da un punto di vista economico. Le donne non solo rappresentano il 70 % delle decisioni che influenzano i consumi (che equivale ad un potere d’acquisto annuo di 20'000 dollari a persona), ma recenti ricerche dimostrano che le aziende più equilibrate in termini di rappresentanza di genere ottengono performance migliori e sono più innovative. Un recente studio del Credit Suisse Research Institute, il CS Gender 3000, condotto su un campione di 3'000 società, ha evidenziato che le società con una maggior diversificazione di genere a livello dirigenziale generano performance del 4% annuo superiore alla media di quelle più tradizionalmente maschili. Inoltre, stando al sondaggio, le aziende a conduzione familiare con una percentuale maggiore di dirigenti donne è più attenta ai criteri di sostenibilità, come gli ESG e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. La società di sondaggi Gallup ha poi messo in luce che gli esercizi commerciali con un’equa redistribuzione tra generi realizzano migliori prestazioni finanziarie. Su un campione di circa 800 soggetti, i negozi di articoli elettronici con un miglior equilibrio tra uomini e donne hanno prodotto, a parità di attività, una crescita di ricavi del 14 % in più rispetto agli altri ed i ristoranti con personale equamente distribuito tra generi hanno registrato ricavi netti trimestrali, a parità di condizioni, superiori del 19 %.
Ma perché una maggior presenza femminile in ambito lavorativo fa incrementare i guadagni? A questa domanda ha tentato di dare una risposta il mondo accademico. Una ricerca dell’Harvard Business Review ha sottolineato che se il numero di donne in un’azienda cresce, aumenta di pari passo l’intelligenza collettiva. Katherine Phillips della Columbia University ha fatto notare come i gruppi di maggioranza diventano più innovativi quando aumenta il coinvolgimento delle minoranze. Secondo la professoressa, “chi appartiene ad un gruppo sociale maggioritario comincia a considerare in modo più critico i problemi cui si occupa se si trova in un gruppo disomogeneo. In un ambiente inclusivo e non omogeneo, gli individui si aspettano di trovare differenti punti di vista, ai quali riconoscono dignità, e lavorano più duramente per assimilare idee diverse. In media, i nostri studi dimostrano che i risultati generati da team disomogenei sono migliori rispetto a quelli di gruppi omogenei." In sostanza, come conferma la ricerca Gender 3000 di Credit Suisse, la diversità si traduce in maggior qualità.